• Ite ad joseph
  • convento
    • comunita
    • Testimoni
    • Opere d’arte
    • catechesi
  • ospitalità
  • noviziato
  • utilità
  • negozietto
  • Regina Pacis
  • contatti
Meditazione per la III settimana di Pasqua

RESTA CON NOI

14 Aprile 2024

.

Vogliamo accompagnare questo tempo pasquale con alcune letture che ci aiutino ad approfondirne il mistero e l’incidenza nella nostra vita. Questa settimana ci faremo accompagnare dal carmelitano card. Anastasio Alberto Ballestrero, con una sua meditazione sul brano dei discepoli di Emmaus.

Dal vangelo secondo Luca (24,13-35)

In quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Le parole che i due discepoli rivolgono a Cristo, esprimono ad un tempo il loro stato d’animo e il loro desiderio. Non lo dicono, ma con Gesù stanno bene. Non lo dicono, ma il calare della sera li avvolge come un’ombra di cui hanno paura. Sembra che si prendano cura di Gesù ma in realtà hanno bisogno di lui. Cristo si avvicina a loro al termine di una dura giornata, una giornata che è come il triste epilogo di una deludente avventura.

Quando Gesù entra nella vita dell’uomo, diventa una presenza viva e salutare. Se questi fosse più attento a tale presenza, certamente la sua esistenza conoscerebbe meno sere di quelle che sperimenta. D’altra parte Cristo, nella vita dell’uomo, non è una presenza che vuole imporsi, ma è una presenza che preferisce farsi desiderare; e ciò per la discrezione dell’amore, che non è sinonimo di debolezza ma piuttosto di fedeltà.

Gesù non aveva alcuna intenzione di lasciare soli i due discepoli al termine di quella giornata, ma voleva soltanto che essi assaporassero la gioia di desiderarlo. Gli uomini, quando sono amici, conoscono raramente tanta nobiltà e delicatezza; ma Cristo è un amico che entra nella nostra vita saziando senza opprimere, anzi accendendo il cuore di sante aspirazioni. «Resta con noi…». Questo desiderio non è il frutto della fedeltà dei discepoli, ma dell’amore di Gesù per loro. Credono di offrirgli qualcosa, mentre stanno ricevendo, perché questo Amico non li umilia rendendo evidente il dono, ma li consola lasciando alla loro iniziativa la continuità della presenza e dell’incontro. Ma c’è un altro motivo di riflessione nell’episodio raccontato da Luca: i due discepoli così desiderosi di trattenere con loro il Signore, non lo hanno ancora conosciuto. Hanno bisogno di lui e non sanno chi è. Questa è un’esperienza frequente nel cristiano. Ci sono nell’uomo molte nostalgie e struggimenti che restano tenebrosi, proprio perché il calore del cuore è più grande della luce dello Spirito. Il dono di Dio passa spesso di qui; per questo dobbiamo fare molta attenzione al comportamento dei due discepoli di Emmaus. In fondo essi hanno avuto l’umiltà di tradirsi e di manifestare allo sconosciuto pellegrino la loro paura: «…perché si fa sera». Se non l’avessero detto, forse il Signore se ne sarebbe andato.

Talvolta nella vita del cristiano c’è l’intuizione del cuore che spinge all’umiltà, ma questa viene paralizzata dalla superbia dello spirito, dall’ignoranza della mente; mentre l’umiltà che si confessa, la commozione che si manifesta è segno di una disponibilità a ricevere il dono, disponibilità che Dio gradisce e premia con la sua presenza. Del resto questi due spauriti discepoli, i quali non sanno di avere con loro il Signore, sono nutriti da lui, sconosciuto ma vero, sconosciuto ma presente. E il premio della loro paura confessata e della loro commozione non nascosta è il pieno rivelarsi di Cristo.

La vicenda vissuta dai discepoli di Emmaus, va ricordata soprattutto nella nostra vita di preghiera. Infatti proprio nell’esperienza della preghiera cristiana questi turbamenti misteriosi possono prendere il cuore dell’uomo e invitarlo ad essere umile col suo Dio, umile nella confessione dei propri struggimenti, delle proprie parure, delle proprie nostalgie, dei propri desideri. Il Signore si lascia vincere dall’uomo che si apre a lui. E spesso la debolezza confessata viene coronata da una forza nuova, che nasce appunto dal rivelarsi di Dio nella pienezza della fede e nella luce del suo riconoscimento. Allora la gioia di avere incontrato il Signore e di averlo conosciuto rende la vita gaudiosa e gloriosa.

Nella vita del cristiano l’esperienza di questi giorni che declinano, di queste sere che fanno paura, non può essere triste perché dono di Dio; un dono che viene offerto molto più spesso di quanto si possa pensare, ma che purtroppo è accolto con superficialità o addirittura con superbia da parte nostra.

Il Signore cerca l’uomo, e vuole essere nella sua vita un compagno di viaggio che tiene il sole alto e rende i giorni tanto lunghi da farli diventare eterni.

Tratto da:
Anastasio Ballestrero, All’ombra della Parola. Meditazioni sul Vangelo, Àncora Editrice, Milano, 2000, pp. 119-122.
Articolo precedente
L’OFFERTA ALL’AMORE MISERICORDIOSO
Articolo successivo
IL PASTORE BELLO
Appuntamenti, Cronaca, Personalità carmelitane

MOSTRA SU FRA GIOACCHINO A SASSELLO

Appuntamenti, Cronaca, Personalità carmelitane

MOSTRA SU FRA GIOACCHINO A SASSELLO

Approfondimenti, Personalità carmelitane

PADRE GERMANO DI SAN VINCENZO. Martire di desiderio

Approfondimenti, Personalità carmelitane

PADRE GERMANO DI SAN VINCENZO. Martire di desiderio

Approfondimenti, Appuntamenti

SANTA PASQUA!

Approfondimenti, Appuntamenti

SANTA PASQUA!

Appuntamenti

ESERCIZI SPIRITUALI QUARESIMA 2025

Appuntamenti

ESERCIZI SPIRITUALI QUARESIMA 2025

Approfondimenti, Personalità carmelitane

PADRE DOMENICO DI GESÙ MARIA. Superiore Generale alla fondazione del Deserto

Approfondimenti, Personalità carmelitane

PADRE DOMENICO DI GESÙ MARIA. Superiore Generale alla fondazione del Deserto

EREMO CARMELITANO DEL DESERTO di VARAZZE

Via al Deserto 19
17019 Varazze (SV)
Tel.: +39 019 918082
P.iva 00624930103
conventodeserto@carmeloligure.it
ORARI SS. MESSE
Feriale
Lunedì – Sabato ore 7.20
Festivo
(invernale) ore 11 – 16.30
(estivo) ore 11 – 17.30
PER OFFERTE
C.C. Banco BPM S.P.A.
intestato a: Provincia Ligure Ordine Carmelitani Scalzi
IBAN

IT14Q0503449540000000006840

EREMO CARMELITANO
DEL DESERTO di VARAZZE

Via al Deserto 19
17019 Varazze (SV)
Tel.: +39 019 918082

ORARI SS. MESSE
Feriale
Lunedì – Sabato ore 7.20
Festivo
(invernale) ore 11 – 16.30
(estivo) ore 11 – 17.30

PER OFFERTE
C.C. Banco BPM S.P.A.
intestato a: Provincia Ligure Ordine Carmelitani Scalzi
IBAN
IT14Q0503449540000000006840