Il 19 dicembre 2023 ricorrono 130 anni dalla nascita di padre Pier Tommaso della Madonna del Carmelo (Sioli), Generale del nostro Ordine, deceduto nel 1946 a causa di un incidente stradale mentre era in visita in Texas, negli Stati Uniti d’America. Vogliamo ricordarne brevemente la bella figura e l’importante operato, recuperando parte di quanto scritto sulla nostra rivista nei numeri 10 e 11 del 1946.
padre Tommaso Sioli (al secolo Vittorio) nacque a Genova il 19 dicembre 1893 da una famiglia profondamente cristiana. Entrò giovanissimo nel seminario arcivescovile diocesano, compiendovi gli studi con ottima riuscita, finché nel 1915 non partì per il fronte con il grado di Ufficiale di artiglieria. Terminata la guerra, entrò nell’Ordine Carmelitano, dove professò il 14 dicembre 1920. Ordinato sacerdote a Loano il 27 dicembre 1922, ebbe subito mansioni di fiducia rivelando doti non comuni.
Fu eletto Superiore Provinciale nel 1930, carica che tenne per sei anni consecutivi. Durante questo tempo svolse un’attività sorprendente non solo come provinciale. Fu infatti ricercatissimo come predicatore, parlò sempre con la semplice ricchezza del cuore, specialmente in innumerevoli corsi di esercizi spirituali. Godette della stima particolare e dell’affetto del cardinale Minoretti, che gli affidò delicate mansioni e lo nominò anche giudice del tribunale ecclesiastico diocesano.
Eletto nel 1936 priore del convento di sant’Anna a Genova, restò in carica solo un anno perché nell’aprile del 1937 risultò eletto Preposito Generale. Da allora, per quasi un decennio, in un periodo difficile e tormentoso come non mai, la sua attività assunse proporzioni universali. Viaggiò in tutta Europa, sfidando situazioni internazionali delicatissime fino a quando lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale lo costrinse a fermarsi a Roma. Finita la guerra, ai primi di luglio del 1946, partì per l’America in visita ufficiale, proponendosi di toccare al ritorno anche il Portogallo e la Spagna, ma non tornò. Il 28 agosto perse la vita in un incidente stradale insieme al suo segretario, padre Battista della Misericordia (Pozzi).
Il suo legame con il convento del Deserto è stato grande e fecondo. Egli, sebbene non ancora sacerdote, venne scelto dai superiori come assistente dei seminaristi nel 1922 e nel dicembre dello stesso anno fu ordinato sacerdote. Per lui fu una nuova spinta a prodigare senza alcuna riserva tutte le sue meravigliose doti di cuore e intelligenza per ben 8 anni, cioè fino al 1930, data in cui fu chiamato a ricoprire l’importante e onerosa carica di Superiore Provinciale.
Va però ricordato che nel 1927 era stato eletto Priore del Deserto e fu precisamente durante quel triennio del suo governo che diede inizio e condusse a termine i lavori per la costruzione e il rinnovamento della Chiesa dedicata a San Giuseppe. Come “suo” amava, oltre alla chiesa, tutto il convento: lì si sentiva sempre come a casa sua anche quando, come Superiore Generale, doveva viverne lontano. Tutte le volte che veniva nella sua Provincia religiosa, non tralasciava mai di visitare il Deserto, percorrendolo in lungo e in largo, come se lo vedesse sempre per la prima volta e vi trovasse sempre qualche cosa di nuovo. Ne parlava con compiacenza, con entusiasmo, con affetto. Spesso diceva che non desiderava altro che di finire il mandato di Superiore Generale per poter trascorrere i suoi giorni nella quiete e nella pace del Deserto.
Dopo la morte il suo corpo è stato sepolto proprio qui e ancora oggi giace nella cripta del nostro convento insieme al suo segretario e al cardinale Ballestrero.
Così viene descritto da un suo alunno, padre Dionisio della Trinità: «Intelletto solido ed equilibrato, volontà sicura senza asprezza, temperamento rude e semplice, cuore grande e sensibilissimo, fu l’uomo di governo perfetto. Il dinamismo, le iniziative multiformi, l’interessamento fino al dettaglio, l’energia tempestiva, le decisioni rapide e ferme, il senso oggettivo delle situazioni e l’equilibrio costante non esaurivano mai la serenità del suo governo».